Siamo esseri sociali e intrecciamo o manteniamo relazioni di svariata natura, in contesti diversi: relazioni sentimentali, di lavoro, in famiglia, a scuola o online sui social media. Anche se non condividiamo con tutti un rapporto profondamente personale, la qualità di tutte queste diverse relazioni influenza ció che pensiamo di noi stessi, ma anche come ci comportiamo o quanto ci sentiamo appagati e felici. In qualsiasi forma di relazione, aspettative consce o inconsce svolgono un ruolo importante. Ciò puó causare tensione e conflitti, e non c’ è nulla di innaturale in tutto ciò.
Spesso queste tensioni o incomprensioni scompaiono come neve al sole, a volte basta una bella chiaccherata per risolverle, ci sfoghiamo e comprendiamo a vicenda. A volta il nostro rapporto con gli altri ne esce rafforzato, altre volte ci accorgiamo di essere profondamente cambiati e decidiamo di separarci perché percorsi diversi ci hanno allontanato l’un dall’altro.
Ma a volte, nonostante la nostra buona volontá, non riusciamo a trovare una soluzione e restiamo invischiati in infinite discussioni, ripetuti rimproveri, giudizi negativi o, al contrario, in un silenzio opprimente. Succede quando non ci ascoltiamo, non ci capiamo, perché ci sentiamo arrabbiati e feriti, perché pensiamo di "non essere visti", o per altre ragioni simili. Le aspettative diventano allora "richieste". La nostra comunicazione non è più un modo per ritrovarsi, per connetterci, ma una forma di aggressione conscia o inconscia, che ci porta a farci vicendevolmente del male.
Riconosci qualcosa in questa descrizione? Vuoi Ri-connetterti con chi ami, o lavori? Io posso aiutarti a farlo.
Le aspettative che "diventano richieste" sono di fatto dei bisogni, nostri e degli altri, bisogni che non vengono riconosciuti in quanto tali. Se non li riconosciamo ed impariamo ad esprimerli, se non ci ascoltiamo o non ci capiamo, se non ci incontriamo, rischiamo di ‘impantanarci’ in incomprensioni o conflitti che bloccano o ostacolano la nostra crescita personale e i nostri rapporti col mondo che ci circonda.
E se invece di "aspettarci qualcosa" o di “richiedere in modo perentorio’ impariamo a riconoscere i nostri bisogni e li comunichiamo in modo ‘non violento’?
E se trasformassimo potenziali conflitti in dialoghi pacifici che ci riconnettono l’un con l’altro?
Lo psicologo americano Marshall Rosenberg ha affrontato e mappato questo aspetto nel suo libro “La comunicazione non violenta”. Io integro le sue scoperte e tecniche con l’ipnoterapia e altre metodologie come ad esempio l’Emotionally focused therapy.
Aiuto non solo le coppie (eterosessuali, LGBT / LGBT), ma tutti coloro che sono rimasti invischiati in un conflitto o attraversano una crisi a livello relazionale. Esempi di altre relazioni sono: madre e/o padre e figlio o madre e/o padre e figlia, sorelle, fratelli, amici o colleghi di lavoro.
La terapia aiuta a: riconoscere e comprendere i bisogni reciproci, a liberarti di ciò che puoi lasciar andare (paure, rabbia, tristezza, ...), a dire ciò che hai bisogno di esprimere, cosí da ripristinare amore e rispetto reciproco anche quando si desidera o rivela necessario porre fine a una relazione.